lunedì 29 marzo 2010

Tutti i tagli del dossier Expo 2015

Meno visitatori, biglietti più cari
Ecco la versione definitiva del piano che la prossima settimana sarà all'esame del cda.

Eccolo, il racconto dell'Expo, il dossier con cui Milano il 30 aprile
si presenterà al Bie di Parigi per la registrazione ufficiale. Da allora, se passerà l'esame del Bureau international des expositions che assegna le Esposizioni universali, l'Expo - riscritto e ridimensionato dalla crisi economica e dalla penuria di fondi pubblici - potrà passare dalle carte dei progetti ai cantieri. L'inizio della marcia verso il 2015, che il documento descrive in ogni dettaglio: 477 pagine e otto capitoli che la prossima settimana il consiglio di amministrazione della società di gestione dovrà approvare e che, in questi giorni, sta subendo le ultime modifiche e limature.

Tutto scritto. Una visione globale e ancora inedita dell'intero progetto: dal piano per trasformare il milione di metri quadrati all'ombra della Fiera di Rho-Pero agli investimenti (ridotti) per infrastrutture e padiglioni; dalle ipotesi (riviste al ribasso) dei visitatori a quanto potrebbe costare (7 euro in più) un ingresso; dagli eventi culturali e lo sviluppo del tema (l'alimentazione) alla cerimonia di apertura e la sicurezza per scongiurare il pericolo terrorismo. Fino all'organizzazione dei sei mesi di manifestazione. Per scoprire come ci si muoverà, cosa si vedrà e cosa si farà ad Expo 2015.

I costi.
È stato Silvio Berlusconi, al termine della prima riunione del Comitato di coordinamento di Expo che si è svolta lo scorso 12 marzo a Palazzo Chigi, a rassicurare il sindaco commissario Letizia Moratti e l'amministratore delegato della spa di gestione Lucio Stanca sull'impegno del governo. Ma a quella riunione di ministri mancava Giulio Tremonti. È lui, da sempre Expo-scettico, a tenere i cordoni della borsa di un'Esposizione all'insegna del risparmio. Con la linea 6 della metropolitana e un progetto ecologico che ridurrà le costruzioni, se ne è già andato un miliardo rispetto al budget complessivo previsto nel dossier di candidatura del 2008.

I nuovi conti.
Prevedono una spesa per la gestione dell'evento di un miliardo e 200 milioni, a fronte una precedente stima di 892 milioni. Per il sito espositivo la cifra è calata da 3,2 miliardi a 1,7: soldi che il governo dovrà garantire per il 47% e con il contributo dei privati calato da 891 a 241 milioni. Serviranno per costruire i padiglioni per i Paesi in via di sviluppo (49 milioni), per collegare il sito (359 milioni), per aumentare la capacità ricettiva (91 milioni) e per tecnologia e sicurezza (61 milioni).

I visitatori.
È la crisi economica la principale responsabile, si scrive nel dossier, delle stime al ribasso del numero di visitatori: rispetto ai precedenti studi si scende da 21 milioni a 20 (il 30 per cento stranieri). Da 29 milioni di ingressi si passa a una forbice che va da 24 a 28. I conti economici, però, sono fatti sulla stima più prudenziale di 24 milioni: dovrebbero assicurare un incasso di 528 milioni. Sale, invece, il prezzo del biglietto: da 35 euro (il costo immaginato nel 2007 per l'ingresso di un adulto) ai 42 a cui si ipotizza di vendere un ticket nel 2015.

Il sito espositivo.
È il sogno di un'Expo diversa dal passato: un orto globale, che incarni in ogni parte il tema dell'alimentazione. Il sito espositivo è un'isola circondata da canali in parte navigabili. È strutturato come una città romana intorno a un decumano, il viale principale lungo un chilometro su cui si affacceranno - come su un'immensa tavola imbandita - i padiglioni dei 140 tra Paesi e organizzazioni che coltiveranno e esporranno i sapori del mondo, e un cardo che accoglierà le regioni italiane. Con un nodo ancora da sciogliere: la società vuole acquistare i terreni del sito dai privati (Fiera e gruppo Cabassi) e nel documento si prevede un investimento tra i 200 e i 250 milioni.

Gli eventi.
Il cibo, naturalmente, è il punto forte che verrà declinato attraverso cinque aree tematiche, installazioni, conferenze, spettacoli, dimostrazioni pratiche. Molti gli spazi per gli spettacoli: da un auditorium a un anfiteatro. Perché Expo 2015, si dice, avrà "un'intensa vita notturna" con eventi e rappresentazioni ogni sera. Ma cosa succederà all'area dopo l'evento? L'eredità principale saranno le serre che riprodurranno i climi del mondo e che rimarranno come un parco tematico-scientifico. Tre padiglioni hanno già una vocazione: accoglieranno il nuovo centro di produzione della Rai. Ma il dossier di registrazione parla chiaro: nella "parte orientale del sito" si svilupperà "un nuovo quartiere urbano a dotazione mista". Nuove case e un nuovo business da sviluppare

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