sabato 24 aprile 2010

Due nuove Linee di metrò a Milano

Via libera dalla Corte dei Conti alla M4 e M5 di Milano.

La magistratura contabile ieri ha firmato la registrazione delle delibere Cipe relative alle due nuove linee del metro ambrosiano. «Ora possono partire le gare, giusto in tempo per avere le opere funzionanti nel 2014. Un altro gradino della lunga scala che porterà a Expo 2015», ha commentato il viceministro alle Infrastrutture, Roberto Castelli. Gli investimenti complessivi per la M5 (Bignami-San Siro) sono di 1,33 miliardi. Per la M4 (Lorenteggio-Linate) di 1,69 mld. Entrambe le nuove linee saranno finanziate in project financing. Anche palazzo Marino, dopo i dubbi di questi mesi, dovrebbe riuscire a investire la propria quota di 480 milioni senza sforare il Patto di stabilità.
A proposito di Expo - dopo la scelta promossa da Regione Lombardia di costituire una newco che acquisterà i terreni su cui sorgerà il sito per poi valorizzare l'area che resterà di proprietà pubblica - ieri è intervenuto sul tema il presidente di Fondazione Fiera Giampiero Cantoni, proprietario dei terreni insieme al gruppo Cabassi. «Stiamo aspettando una proposta di incontro», ha detto il senatore del Pdl. Ma la soluzione trovata è bene accolta perchè Fondazione venderà al proprio azionista di riferimento (il Pirellone), scansando «l'equivoco che le eventuali plusvalenze (generate dallo sviluppo immobiliare dell'area) vadano ai privati». Sul prezzo di vendita, stimato in circa 200 milioni, Cantoni ha poi ricordato che «con la società Expo 2015 eravamo arrivati vicini a chiudere la trattativa, adesso dobbiamo vedere con i nuovi». Attualmente sono in corso verifiche tecniche, ma già settimana prossima potrebbe arrivare una proposta, immaginando il closing a metà maggio.
Lunedì, nel frattempo, il dossier di registrazione appena consegnato al Bie di Parigi, verrà presentato alla città. Per l'ad della società di gestione è una piccola rivincita dopo mesi zeppi di polemiche. Non a caso ieri si è tolto qualche sassolino, conversando coi giornalisti: «Vedo molta gente seduta furbescamente sulla riva del fiume - ha ironizzato - e nessuno che vuole pagare il biglietto, un po' all'italiana...». Chiaro il riferimento alle voci di chi vorrebbe disarcionarlo, le polemiche sul doppio incarico, e lo spettro di un Dg che potrebbe affiancarlo per sveltire il dossier. «Noi il nostro lavoro lo stiamo facendo, il segretario del Bie Loscertales è entusiasta. Adesso soldi, idee e progetti devono arrivare dalla comunità milanese e lombarda. Noi siamo solo degli aggregatori...», chiosa l'ad.
Tornando al dossier, si tratta di oltre 500 pagine in cui, divisi in 9 capitoli, sono contenuti i regolamenti di partecipazione; le stime sui flussi (20 milioni di visitatori di cui il 30% dall'estero e 29 milioni di biglietti staccati); le linee progettuali del sito (un grande parco scientifico-alimentare da un miliardo di euro che coprirà il 56% dell'intero sito costituito da lotti modulari da 400 a 4mila mq costruiti al 30% più una parte scoperta con identico affaccio di 18 metri sul boulevard principale); il piano economico finanziario con un pareggio costi-ricavi fissato a 1,28 miliardi; la parte di contrattualistica e di regolamenti edilizi: l'eredità (distretto residenziale, parco e sede Rai); l'identificazione degli ambiti tematici (3 scientifico-tecnologici, 3 socio-culturali e uno di cooperazione allo sviluppo) a cui i paesi dovranno attenersi per rendere l'Expo un tutto omogeneo; e infine la parte di business operation (marketing ed eventi) perché bisogna incamerare soldi (oltre 700 milioni esclusa la vendita dei biglietti che vale 528 mln) attraverso programmi da sviluppare già nei prossimi mesi per anticipare un po' di ricavi. Come? Sfruttando il marchio Expo sotto forma di licenza, merchandising e altre concessioni. Anche se non sarà facile vendere oggi il marchio di un evento che ancora non c'è...
Il sole 24 ore

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