venerdì 16 aprile 2010

I Bagni di De Chirico tornano all'antico splendore

Furono realizzati nel 1973 su progetto dell'artista
Nei giardini della Triennale. Il complesso scultoreo riapre al pubblico dopo un attento restauro.

Due nuotatori, un cigno, una palla, una cabina, un trampolino e una grande vasca dal profilo curvilineo, sul cui fondo è dipinto il fluire di onde.... Un angolino di mare a Milano, regalato alla città da Giorgio De Chirico in occasione dell'inaugurazione della XVesima edizione della Triennale, nel 1973, e poi abbandonato all'incuria del tempo. Il gruppo scultoreo «I Bagni Misteriosi», realizzato dall'ingegner Giulio Macchi in delicata pietra di Vicenza, nel Parco Sempione, su progetto dell'artista, è tornato ora al suo splendore e nella pienezza dei suoi colori, dopo un'accurata opera di restauro.
Era previsto che il gruppo scultoreo rimanesse solo per un breve periodo, tanto che non ci si preoccupò della durata, usando come materiale un calcare particolarmente ricco di conchiglie fossili, estremamente fragile e deteriorabile. Fu poi deciso che «I Bagni Misteriosi» rimanessero in quel luogo, appena alle spalle del Palazzo della Triennale e col tempo l'opera ha finito con il danneggiarsi.

Gli originali dei due nuotatori, che erano stati realizzati personalmente da De Chirico, saranno portati nel nuovo Museo del Novecento, sostituiti nella vasca da due copie. «Quest'opera - ha detto il sindaco Letizia Moratti presentando il restauro - valorizza il patrimonio artistico permanente di Milano, nel quadro di un progetto che vogliamo aggiungere ai programmi di mostre temporanee, per le quali lo scorso anno abbiamo avuto un incremento di visitatori del 30 per cento». Sulla vicenda del restauro era intervenuto in modo molto critico nei giorni scorsi anche l'ex assessore alla Cultura del Comune di Milano, Vittorio Sgarbi: «Per una completa idiozia feticista - aveva detto il critico d'arte - l'amministrazione di Milano ha deciso di restaurare tutto il complesso scultoreo tranne i due bagnanti e di farne una copia, come fossero i Bronzi di Riace».
Dove si trovano?

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