lunedì 19 aprile 2010

Il Salone batte tutti i record

Più 7 per cento di visitatori nei padiglioni di Rho, oltre 200mila in zona Tortona: il design ha acceso la città per un evento che ha battuto tutto i record.

Le migliori energie della città hanno prodotto anche quest'anno una settimana intensa, viva, pulsante di idee e di iniziative. In una parola: entusiasmante. Centinaia di migliaia di persone, tantissimi stranieri, in giro per le diverse zone della città, migliaia di show room, botteghe artigiane, atelier, semplici negozi aperti fino a notte, le aree ex industriali riaperte e rivitalizzate, metropolitane e mezzi pubblici traboccanti di folla, biciclette colorate, feste, ristoranti e locali pieni. E, d'altra parte, nessun incidente, nessun atto di teppismo, proteste entro i limiti del fisiologico.
È la Milano migliore, quella che va in scena nella settimana del design. Che non è più, da anni, solo la fiera del mobile. È un evento insieme culturale, sociale, economico. Popolare. Quali sono gli ingredienti vincenti di questa festa lunga sei giorni? La capacità di sollecitare e mettere in circolo l'energia migliore di questa città ex industriale, quella della classe creativa, quella grande fascia sociale ed economica, numericamente e qualitativamente prevalente, sconosciuta o quantomeno trascurata dalle istituzioni.

La capacità di aprirsi al grande pubblico: i milanesi, gli italiani e tutti gli stranieri - e sono davvero tanti - che non chiedono di meglio che vedere con i loro occhi i prodotti del design italiano e la città che ne è la culla. Non è un caso se la settimana della moda - che pure pizzica le stesse corde della creatività - ha un successo (peraltro calante) neppure paragonabile con quello del Salone del Mobile: gli eventi, le sfilate, le feste sono riservati a vip e operatori del settore. E l'apertura al grande pubblico è accuratamente schivata (da qualcuno schifata) con lo snobismo tipico di chi non ha capito che il lusso fine a se stesso è volgare quanto gli articoli del più dozzinale degli hard discount.
Infine, ultimo ma non ultimo dei fattori X: la capacità di costruire una rete che colleghi le zone più giovani, vitali e creative della città: Tortona e i Navigli, la Triennale, il quartiere Isola, la Bovisa, Lambrate... È quello che non riesce alla moda, stretta nel Quadrilatero autoreferenziale, costretta negli show room sfavillanti di lustrini ma poveri di vita vissuta. È quello che non riesce, praticamente mai, a questa amministrazione cittadina, che esulta per il successo del Salone non capendo che il trionfo di un evento che si auto-produce e si auto-organizza, senza praticamente alcun contributo pubblico (salvo l'attenzione all'efficienza dei servizi essenziali, che dovrebbe essere quotidiana) è la più patente dimostrazione dell'incapacità del Comune, che pur disponendo di mezzi e risorse non riesce a venir fuori dai labirinti dell'inefficienza e del sottogoverno.
repubblica.it

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