giovedì 15 aprile 2010

L'Expo 2015 a rischio di nuovi tagli

Conto alla rovescia per le aree.Gli enti locali non hanno fondi a sufficienza.

È arrivato il momento della verità per Expo. Gli ultimi giorni per capire cosa prometterà davvero il dossier di registrazione, che Milano dovrà consegnare al Bie entro il 30 aprile. Con il rischio di altri tagli, in extremis, se non si riuscirà a far quadrare i conti. E, soprattutto, a convincere il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, da sempre Expo-scettico, a garantire l'intera copertura finanziaria del progetto. Perché, ancora una volta, tutto ruota attorno ai fondi che serviranno a mettere in moto i cantieri del 2015.

A cominciare da quelli dei soci locali: 680 milioni che Comune, Provincia, Regione e Camera di Commercio sperano di ricavare in parte dall'operazione di acquisto e valorizzazione delle aree di Rho-Pero. Un'ipotesi su cui, però, pesano ancora non solo il silenzio di Tremonti ma i forti dubbi della Lega. Per sciogliere il rebus non sono serviti i due incontri bilaterali che Roberto Formigoni ha avuto prima con Guido Podestà e, poi, con Letizia Moratti. Anche se sindaco e governatore hanno concordato: "Le soluzioni per i terreni devono tendere a massimizzare il valore e a minimizzare i costi".
Il disegno di Expo sarà contenuto nella lettera di garanzia che il premier Silvio Berlusconi firmerà a nome del governo: allegata al dossier, impegna l'Italia a realizzare il contenuto del documento. Ed è proprio per cercare di risolvere i problemi immediati di cassa della società di gestione - che non farà utili fino al 2015 - ma anche le difficoltà di bilancio evidenziate soprattutto dalla Provincia, che l'amministratore delegato Lucio Stanca sta cercando di acquistare le aree. Senza quella che Podestà ha spesso definito una "possibilità per rendere bancabile il progetto", difficilmente tutti i 680 milioni di euro potranno essere messi sul piatto.

Si rischierebbero altri tagli, quindi, a cominciare dai 200 milioni per la "via d'acqua" a cui Formigoni e Moratti, però, non vogliono rinunciare. Buone notizie, invece, per le metropolitane: la corte dei Conti ha sbloccato i fondi del governo e Palazzo Marino è pronto a portare in giunta la delibera per far partire i cantieri della 5 entro la fine del mese e l'avvio dell'iter per trovare i privati della linea 4.
Le trattative con i proprietari delle aree (Fiera e gruppo Cabassi) dovranno essere concluse in questi giorni. Anche per questo è stato posticipato a martedì prossimo il vertice tra i soci e Stanca necessario per prendere una decisione. Un'esigenza, quella di definire al più presto tutte le questioni ancora aperte, su cui avrebbero concordato anche Podestà e Formigoni.
repubblica.it

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